Pitti Immagine è la storia della moda italiana. Anzi, per essere ancora più corretti, è la storia di un paese che esce distrutto dalla guerra mondiale e ha una voglia fortissima di riprendersi e di ritornare ad essere un punto di riferimento. È la storia di uomini e donne pieni di creatività, spirito di intraprendenza, imprenditorialità. È una storia italiana, dell’Italia del boom che voleva un futuro migliore.

È anche la storia della società globale e globalizzata che scopre nella ultima edizione di Pitti Immagine Uomo la creatività e il fascino del design cinese. Con una media di oltre 3mila visitatori al giorno, la vetrina di Guest Nation China ha suscitato un interesse globale, presentando le collezioni di 10 designer selezionati dalla piattaforma cinese Labelhood.

Ma andiamo per gradi e ritorniamo a quei momenti pionieristici quando ancora la moda italiana negli anni 40 ci rimanda immagini di confezionamenti sartoriali su misura, ancora senza una vera e propria industria dell’abbigliamento. È un po’ come immaginarsi quei film in bianco e nero con quelle immagini un po’ sbiadite, ma a Firenze qualcosa bolliva già in pentola.

Siamo negli anni 50 e un uomo, Giovanni Battisti Borgini, è preso da quella voglia, tipica di quegli anni, di farsi strada con lavoro e fatica. Un calibrato ed efficace marketing dell’epoca inizia a far avanzare la moda italiana, contrastando così il primato francese. Si giunge così al 1952, quando le luci vengono proiettate sulla Sala Bianca di Palazzo Pitti: è in questo luogo che avviene un ampio crocevia di sfilate.

L’Italia diventa sinonimo di moda: un fenomeno mondiale in piena espansione. Il Centro di Firenze per la Moda Italiana (CFMI) sboccerà solamente due anni dopo e si prenderà cura di tutti gli eventi.

Negli anni 60 la moda italiana cresce e Firenze diventa luogo di innovazione nel settore.

Ora il Centro di Firenze per la Moda Italiana viene guidato da Franco Tancredi, successore di Giorgini. Ed è proprio in questi anni e soprattutto negli anni 70 che si sviluppa e si ricalibrano gli standard scelti. Sono gli anni in cui nascono Pitti Uomo (1972), Pitti Bimbo (1975) e Pitti Filati (1977).

Nel 1989 il Centro Moda viene ribattezzato Pitti Immagine. Arriviamo così negli anni 90 e nel nuovo millennio della società globale, dove ormai le sfilate di Pitti Immagine sono un’esperienza consolidata. Nel gennaio 2019 a Pitti Uomo vi è un picco di 30000 visitatori ed oltri 18500 buyer da 100 paesi esteri.

Pitti Uomo è la piattaforma più importante in ambito di moda maschile, luogo di innovazione e di incontro di culture a livello globale.

Senza però dimenticare Pitti Bimbo, salone internazionale del childrenswear. Quest’anno a Pitti Bimbo ci sono stati oltre 10000 visitatori e oltre 5000 compratori da tutto il mondo, confermando così la vena sperimentale e innovativa.

E infine Pitti Filati, appuntamento internazionale di riferimento del settore dei filati per maglieria. Pitti Filati presenta l’eccellenza della filatura su scala internazionale al suo pubblico. Buyer provenienti da tutto il mondo e designer dei marchi più importanti del fashion business si recano a Firenze in cerca di suggestioni creative.

Pitti Immagine non è solo business, ma diventa anche un osservatorio del lifestyle a livello internazionale, snodo di un mondo globale. Dalle sarte fiorentine degli anni 40 al mondo globalizzato del nuovo secolo.

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